Frequently Asked Questions


Che cos’è il counseling?

Ci sono numerose definizioni della parola counseling. Alcuni dizionari fanno leva sul termine consiglio (dal latino consilium), ma questo non è corretto. Il counseling è un rapporto in cui una persona ricerca l’aiuto di un’altra per gestire più efficacemente un problema o più problemi che la assillano in un certo momento della sua vita. I problemi attuali possono essere legati a eventi passati o infantili o essere collegati a eventi futuri a cui si pensa con una certa ansia e preoccupazione. In questi casi il cliente ha riconosciuto di essere arrivato a un’impasse e di aver bisogno di assistenza per uscirne e andare avanti nella sua vita. Inoltre, si tende a usare denominazioni differenti, fra loro intercambiabili: counseling, counseling umanistico, counseling centrato sul cliente, counseling psicobiologico, counseling del benessere. Leggi di più cliccando qui.

In che cosa il counseling differisce dal dare consigli?

Il counseling si riferisce all’aiuto offerto ai clienti per una vasta gamma di problemi psicologici ed emozionali, purché non sfocino in psicosi. In questo tipo di aiuto non vengono dati consigli, per lo meno non in modo diretto ed esplicito. Il compito del counselor, invece, è quello di aiutare il cliente a prendere autonomamente le decisioni e a sentirsi responsabile delle proprie scelte.

Quando è stato usato per la prima volta?

Sebbene il counseling si stia affermando ora in Italia, bisogna sottolineare che ha una lunga tradizione. Nacque negli Stati Uniti all’inizio del ‘900, come relazione d’aiuto verso i soldati che rientravano dalla guerra. Nel corso degli anni ha trovato terreno fertile anche in Europa, specialmente in Gran Bretagna.

Quali sono le abilità di counseling?

Le abilità del counselor comprendono l’ascolto attivo, l’empatia col cliente, e aiutarlo a delineare e attuare specifici piani di azione.

Il counseling è differente da altre attività di auto?

La formazione del counselor è specifica, mentre altri tipi di formazione, come quelle dell’assistente sociale e degli insegnanti, non lo sono. Il ruolo dell’insegnante, per esempio, implica la necessità di dare consigli e istruzioni, fra le altre cose, e tali mansioni sono molto diverse da quelle previste dal counseling. Per quanto riguarda la differenza tra counseling e psicoterapia, bisogna puntualizzare. La psicoterapia ha un percorso generalmente più lungo, ha come oggetto delle psicosi, fa una diagnosi e applica una terapia (come nel caso del medico) e si concentra più sul disturbo che sulla persona. Il counseling ha una durata più breve, non si occupa di patologie ed è centrata sull’individuo, sulla risoluzione di problemi contingenti e sul ritrovamento del suo benessere psicofisico.

Possono fare counseling gli amici e i famigliari?

Gli amici e i famigliari, anche se mossi dalle migliori intenzioni, non possono instaurare un tipo di rapporto efficace, simile a quello di un counselor. Fare due chiacchere davanti a una birra è sicuramente un buon modo per socializzare e passare del tempo, ma difficilmente potrà essere di reale supporto, perché vengono a mancare le basi stesse di una relazione d’aiuto. Per non parlare del probabile coinvolgimento affettivo che si ha nei confronti di un famigliare o di un amico, che andrà di certo a influire sulla efficacia del possibile aiuto.

Perché l’autosviluppo e l’autoconsapevolezza sono elementi importanti nella formazione di un counselor?

L’autosviluppo e l’autoconsapevolezza sono elementi importanti nella formazione di un counselor perché questi processi, che sono spesso difficili e dolorosi, rendono gli studenti capaci di comprendere meglio se stessi. Una certa comprensione di sé è imprescindibile per un bravo counselor.

Quali sono le qualità di un buon counselor?

Sicuramente l’empatia, l’ascolto attivo e, rispetto al cliente, il non giudicarlo e accettarlo incondizionatamente, al di là del suo vissuto. Oltre a questo, un bravo counselor non smette mai di studiare e di informarsi, per crescere non solo da un punto di vista esperienziale, ma anche formativo.

Quali sono gli scopi del counseling?

Lo scopo principale del counseling è duplice. Per prima cosa consiste nel porre i clienti in grado di identificare di che cosa essi stessi abbiano bisogno o vogliano. I counselor hanno la funzione di aiutare i clienti a parlare dei loro problemi in un setting confidenziale, a esprimere i sentimenti associati a tali problemi, ad aiutarli a ideare piani e strategie per risolverli e gestirli.

L’altro scopo è di aiutare il cliente ad accettare una difficoltà che sta passando, a renderlo consapevole e a fargli riscoprire gli strumenti che il cliente stesso ha dentro di sé, al fine di superare il momento critico.

Che cos’è il coaching?

Il coaching ha lo scopo di aiutare e guidare una persona verso un cambiamento, superando l’ambivalenza. L’ambivalenza è il blocco che sperimentiamo tutte le volte che siamo di fronte a delle scelte per noi importanti. Questo stato è del tutto normale e fisiologico. Per saperne di più, clicca qui.

Che differenza c’è fra counseling e coaching?

Entrambi gli approcci utilizzano gli stessi strumenti, come la comunicazione empatica e si assomigliano in molti aspetti. Il counseling si concentra più sulla situazione contingente e mira a guidare il cliente nel raggiungere uno stato di benessere duraturo. Il coaching, invece, si concentra più sul raggiungimento di ben precisi obiettivi.

Che cos’è il metodo A.R.I.A.?

Il metodo ARIA (Approccio Relazionale Integrato di Aiuto) è un sistema che ho concepito dopo anni di studi, che integra i benefici del counseling del benessere con quelli del life coaching. Si tratta di un protocollo di intervento breve e ad ampio raggio, in grado di aiutare le persone sia a raggiungere il benessere (eudemonia), sia a superare l’ambivalenza nelle scelte importanti della vita.


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Che cos’è il counseling?

Ci sono numerose definizioni della parola counseling. Alcuni dizionari fanno leva sul termine consiglio (dal latino consilium), ma questo non è corretto. Il counseling è un rapporto in cui una persona ricerca l’aiuto di un’altra per gestire più efficacemente un problema o più problemi che la assillano in un certo momento della sua vita. I problemi attuali possono essere legati a eventi passati o infantili o essere collegati a eventi futuri a cui si pensa con una certa ansia e preoccupazione. In questi casi il cliente ha riconosciuto di essere arrivato a un’impasse e di aver bisogno di assistenza per uscirne e andare avanti nella sua vita. Inoltre, si tende a usare denominazioni differenti, fra loro intercambiabili: counseling, counseling umanistico, counseling centrato sul cliente, counseling psicobiologico, counseling del benessere. Leggi di più cliccando qui.

In che cosa il counseling differisce dal dare consigli?

Il counseling si riferisce all’aiuto offerto ai clienti per una vasta gamma di problemi psicologici ed emozionali, purché non sfocino in psicosi. In questo tipo di aiuto non vengono dati consigli, per lo meno non in modo diretto ed esplicito. Il compito del counselor, invece, è quello di aiutare il cliente a prendere autonomamente le decisioni e a sentirsi responsabile delle proprie scelte.

Quando è stato usato per la prima volta?

Sebbene il counseling si stia affermando ora in Italia, bisogna sottolineare che ha una lunga tradizione. Nacque negli Stati Uniti all’inizio del ‘900, come relazione d’aiuto verso i soldati che rientravano dalla guerra. Nel corso degli anni ha trovato terreno fertile anche in Europa, specialmente in Gran Bretagna.

Quali sono le abilità di counseling?

Le abilità del counselor comprendono l’ascolto attivo, l’empatia col cliente, e aiutarlo a delineare e attuare specifici piani di azione.

Il counseling è differente da altre attività di auto?

La formazione del counselor è specifica, mentre altri tipi di formazione, come quelle dell’assistente sociale e degli insegnanti, non lo sono. Il ruolo dell’insegnante, per esempio, implica la necessità di dare consigli e istruzioni, fra le altre cose, e tali mansioni sono molto diverse da quelle previste dal counseling. Per quanto riguarda la differenza tra counseling e psicoterapia, bisogna puntualizzare. La psicoterapia ha un percorso generalmente più lungo, ha come oggetto delle psicosi, fa una diagnosi e applica una terapia (come nel caso del medico) e si concentra più sul disturbo che sulla persona. Il counseling ha una durata più breve, non si occupa di patologie ed è centrata sull’individuo, sulla risoluzione di problemi contingenti e sul ritrovamento del suo benessere psicofisico.

Possono fare counseling gli amici e i famigliari?

Gli amici e i famigliari, anche se mossi dalle migliori intenzioni, non possono instaurare un tipo di rapporto efficace, simile a quello di un counselor. Fare due chiacchere davanti a una birra è sicuramente un buon modo per socializzare e passare del tempo, ma difficilmente potrà essere di reale supporto, perché vengono a mancare le basi stesse di una relazione d’aiuto. Per non parlare del probabile coinvolgimento affettivo che si ha nei confronti di un famigliare o di un amico, che andrà di certo a influire sulla efficacia del possibile aiuto.

Perché l’autosviluppo e l’autoconsapevolezza sono elementi importanti nella formazione di un counselor?

L’autosviluppo e l’autoconsapevolezza sono elementi importanti nella formazione di un counselor perché questi processi, che sono spesso difficili e dolorosi, rendono gli studenti capaci di comprendere meglio se stessi. Una certa comprensione di sé è imprescindibile per un bravo counselor.

Quali sono le qualità di un buon counselor?

Sicuramente l’empatia, l’ascolto attivo e, rispetto al cliente, il non giudicarlo e accettarlo incondizionatamente, al di là del suo vissuto. Oltre a questo, un bravo counselor non smette mai di studiare e di informarsi, per crescere non solo da un punto di vista esperienziale, ma anche formativo.

Quali sono gli scopi del counseling?

Lo scopo principale del counseling è duplice. Per prima cosa consiste nel porre i clienti in grado di identificare di che cosa essi stessi abbiano bisogno o vogliano. I counselor hanno la funzione di aiutare i clienti a parlare dei loro problemi in un setting confidenziale, a esprimere i sentimenti associati a tali problemi, ad aiutarli a ideare piani e strategie per risolverli e gestirli.

L’altro scopo è di aiutare il cliente ad accettare una difficoltà che sta passando, a renderlo consapevole e a fargli riscoprire gli strumenti che il cliente stesso ha dentro di sé, al fine di superare il momento critico.

Che cos’è il coaching?

Il coaching ha lo scopo di aiutare e guidare una persona verso un cambiamento, superando l’ambivalenza. L’ambivalenza è il blocco che sperimentiamo tutte le volte che siamo di fronte a delle scelte per noi importanti. Questo stato è del tutto normale e fisiologico. Per saperne di più, clicca qui.

Che differenza c’è fra counseling e coaching?

Entrambi gli approcci utilizzano gli stessi strumenti, come la comunicazione empatica e si assomigliano in molti aspetti. Il counseling si concentra più sulla situazione contingente e mira a guidare il cliente nel raggiungere uno stato di benessere duraturo. Il coaching, invece, si concentra più sul raggiungimento di ben precisi obiettivi.

Che cos’è il metodo A.R.I.A.?

Il metodo ARIA (Approccio Relazionale Integrato di Aiuto) è un sistema che ho concepito dopo anni di studi, che integra i benefici del counseling del benessere con quelli del life coaching. Si tratta di un protocollo di intervento breve e ad ampio raggio, in grado di aiutare le persone sia a raggiungere il benessere (eudemonia), sia a superare l’ambivalenza nelle scelte importanti della vita.ABBBA


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