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Siamo nel 1954 e Roger Bannister è un giovane inglese che studia neurologia. Tuttavia, il suo grande sogno è di portare al collo la medaglia d’oro in una gara di corsa. Per questo si allena da una vita a correre, ma nelle gare non si avvicina neanche al bronzo. Deluso, Roger pensa di mollare tutto e di dedicarsi esclusivamente agli studi in medicina. In realtà però, questa storia del fallimento proprio non gli va giù e pensa che potrebbero essere gli obiettivi stessi a cambiare e diventare più ambiziosi.

Il record sul miglio resisteva da quasi 10 anni e nessun atleta al mondo riusciva a scendere sotto i 4 minuti. Non solo, questo limite era considerato dai medici il tempo massimo sotto il quale un essere umano non avrebbe mai potuto scendere per evidenti limiti della sua fisiologia. Si pensava, infatti, che correre così forte avrebbe portato l’atleta a un collasso cardiocircolatorio.

E’ il 6 Maggio e Roger si sta recando a una gara di mezzofondo a Vancouver, in Canada. Dovrà correre una distanza di un miglio. Prima passa dalla sua bottega, per limare i chiodi delle sue scarpe. Ogni grammo in meno è una benedizione e lo farà correre più veloce. Va a pranzo da un paio di amici e mangia un’insalata, parlando del più e del meno. Nel pomeriggio, quando arriva alla pista, il cielo si rannuvola e inizia a piovere. Gli organizzatori vorrebbero annullare l’evento, ma lasciano scegliere ai partecipanti cosa fare. Mentre Roger pensa se sia meglio partire e rischiare di fallire oppure rinunciare con il rimpianto di non averci neppure provato, all’improvviso il vento cessa e smette di piovere. La gara ha inizio. Roger parte subito bene e si porta subito in testa. Nell’ultimo giro capisce che deve spingere come non ha mai fatto in vita sua. Chiude gli occhi e fa muovere i muscoli delle sue gambe come una vaporiera. Quando taglia il traguardo, ferma il cronometro a pochi decimi di secondo sotto i 4 minuti: capisce di essere passato alla storia. Questo racconto mi ha sempre affascinato molto, ma la parte più interessante deve ancora venire. Se prima di Roger Bannister nessuno pensava che fosse possibile abbattere il muro dei 4 minuti sul miglio, dopo il suo record decine e decine di atleti migliorarono sempre più il tempo. Il grande merito di Roger Bannister è stato quello di dimostrare che quel traguardo, che si pensava impossibile da raggiungere, in realtà era alla portata di chiunque volesse arrivarci. Quante volte nelle nostre vite ci sentiamo condizionati da quello che pensiamo di noi stessi o da quello che pensano gli altri di noi? Costruiamo muri nelle nostre menti, muri che in realtà non esistono davvero e li usiamo come delle scuse, degli alibi per fermarci. “Non è alla mia portata”, “Io non ci arriverò mai…”, “Questo è impossibile”. Ricorda che se non hai ancora ottenuto qualcosa che desideri ardentemente di avere, non vuol dire che tu non possa mai ottenerlo. Forse devi impegnarti di più o meglio. O forse devi rimodulare in modo più efficace i tuoi obiettivi.

Quando ti senti deluso e frustrato per non aver raggiunto il tuo sogno, pensa a questa storia. Pensa a come un corridore britannico non professionista, grazie all’impegno e al suo zelo, è riuscito a sgretolare tutte le convinzioni di chi lo dava perdente già in partenza.



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