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Tutti noi conosciamo l’effetto “placebo”, ma pochi conoscono l’effetto nocebo. Nocebo è un termine, contrario di placebo, utilizzato per etichettare le reazioni negative che una persona manifesta prendendo un falso farmaco completamente inerte, ma percepito nocivo. Le reazioni sono interamente dovute al pessimismo e alle aspettative negative riguardo agli effetti del falso farmaco. Il timore che un sintomo possa insorgere ne favorisce proprio la comparsa: il risultato di tale auto-condizionamento è denominato “effetto nocebo”.

La nostra cultura è ricolma di “nocebi”.  Il più pericoloso di tutto è credere che l’umanità sia malvagia o debole e inerme. Una credenza negativa che comporta diffidenza, inquietudine, risentimento, e che si ritorce contro la persona che la assume. Non solo si tira fuori il peggio dagli altri ma anche da noi stessi. Ci si considera incapaci, indegni di amore, disconosciuti, incompresi. I principali somministratori dell’effetto nocebo sono i killer della speranza. Travestiti da sapienti ricolmi di esperienza, spacciano sfiducia confezionata come realismo. Ragazzi e ragazze che vogliono diventare atleti/e, musicisti/e, giornalisti/e, piloti, attori, attrici o registi/e, imprenditori e imprenditrici o ingegneri/e dello spazio o semplicemente persone di valore che credono nei valori del bene e del giusto se li ritrovano davanti con le loro smorfie di disappunto e i loro sermoni sull’impossibilità di.

L’effetto nocebo è terribile e diventa sfiducia nel mondo e in se stessi. E’ la famosa profezia che si autoavvera. Certo, non tutti quelli che vogliono diventare piloti di areo ci riescono, molti cambiano idea in corso d’opera. E coloro che vivono di valori non sono immuni da ferite e delusioni. Ma è sicuro che nessuno diventa pilota di aereo se non crede nella sua potenzialità di diventarlo e nessuno vive una vita felice se non la fonda su valori solidi.

Il Coaching Umanistico si propone in primo luogo di eliminare i nocebo culturali che affossano le potenzialità dell’essere umano. Credere nelle virtualità e nelle forze creatrici che albergano in ognuno di noi non è un placebo, ma una convinzione scientifica e antropologica. Saperle allenare e sviluppare non è solo frutto di buone intenzioni ma di competenze teoriche e tecniche sviluppate in anni di ricerca e di esperienza. Sperimentare il flow (l’esperienza ottimale) cambiando modo di vedere e di pensare è una prova biografica che tutti possono provare. Il Coaching Umansitico è un’arte e una scienza, che si poggia, come disse Bernardo di Chartres, sulle spalle di giganti della filosofia, dell’antropologia e delle scienze umane. In un’epoca di profondi cambiamenti e derive, credere nel potere umano di liberazione e realizzazione è il presupposto per affrontare le difficoltà e realizzare i propri sogni. Un presupposto sentimentale da cui partire per provarsi, verificarsi, crescere e autosuperarsi, trasformando i sogni in progetti e i progetti in programmi di allenamento per raggiungere i singoli obiettivi.

Contro i “nocebisti”, come coach umanisti offriamo speranze e ci giochiamo la nostra credibilità nel realizzarle. Perché siamo convinti di quello che diceva Anton Cechov: “l’uomo diventerà migliore quando gli avremo mostrato com’è”.

Vi aspetto!

e tesoro della motivazione e della capacità di cambiare che se ne stanno addormentate dentro di te, aspettando di essere portate alla luce. Poi è chiaro che dipende molto dall’atteggiamento del singolo, ci sono persone ottimiste e di mentalità aperta, gli scettici o chi è alla disperata ricerca di qualsiasi cosa li possa aiutare.




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