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Ho sempre trovato questo argomento interessante, perché ci fa capire molto come funziona il nostro cervello e spiega egregiamente il perché talvolta facciamo alcune scelte invece di altre. Ti è mai capitato di dare un giudizio affrettato su una persona, una cosa o una situazione? Penso proprio di sì. E ti sei accorto che tale giudizio si è rivelato in seguito decisamente sbagliato e fuorviante? Penso che questa esperienza sia familiare a tutti noi.

Il motivo per cui capita è più semplice di quanto si creda. Per spiegare alcuni dei nostri comportamenti più istintivi, bisogna andare indietro nel tempo e capire come alcuni atteggiamenti si sono formati e radicati nel cervello, fino a modificarlo. I nostri avi nella preistoria erano circondati da molti pericoli: animali feroci, intemperie, tribù nemiche, ecc. Spesso era necessario che prendessero delle decisioni in fretta. Non farlo poteva significare la morte. Con il passare del tempo la selezione naturale favorì chi sapeva decidere rapidamente e questo ebbe come conseguenza la modifica strutturale dell’encefalo. L’uomo moderno eredita questa caratteristica e agisce di conseguenza. Meglio decidere velocemente a costo di un errore di valutazione, che impiegare del tempo per fare la decisione migliore possibile, perché questo potrebbe sfociare in un rischio per la propria vita. Il fatto è che oggi non abbiamo più i rischi del passato, ma questa tendenza è rimasta.

Insomma, crediamo di essere razionali, ma molte volte agiamo sotto l’impulso di automatismi del cervello che possono generare errori. Questi errori sono detti bias cognitivi (baias).

I bias cognitivi sono errori di valutazione che la nostra mente compie nel tentativo di ridurre la quantità di informazioni che le arriva, per dare un senso alla realtà.

Immagina di stare camminando su un marciapiede, quando incroci due persone, uno di pelle scura, coi capelli lunghi e gli orecchini, l’altro un signore distinto in giacca e cravatta. Cosa pensi? Di chi ti fideresti? Magari il ragazzo di colore è una brava persona e ha appena fatto del volontariato, l’altro è un avvocato che sta difendendo un mafioso. Eppure spesso (non sempre per fortuna) si tende a pensare l’opposto.

I bias possono essere causati da quattro problemi fondamentali:

  1. Troppe informazioni da gestire
  2. Necessità di trovare un senso in ciò che succede
  3. Tempo per prendere decisioni limitato
  4. Memoria insufficiente a ricordare tutto

Vediamone alcuni.

Bias che filtrano le informazioni

Il modo è troppo vasto e complesso per la nostra mente. Dobbiamo focalizzarci su una porzione ristretta ed escludere più elementi possibili dal nostro campo visivo. Insomma, giudichiamo qualcosa analizzando solo una piccola parte di esso.

Bias di attenzione

Il bias di attenzione è la tendenza a trovare ovunque appigli per tornare ai propri pensieri ricorrenti o ossessivi attraverso associazioni di idee.

Effetto verità

Se sentiamo ripetere un’affermazione falsa molte volte, potremmo iniziare a credere che sia vera.

Effetto esposizione

Più vedi una cosa, più ti piace. Le cose familiari ci sembra più affidabili.

Effetto congruenza dell’umore

È più facile che ci venga in mente ciò che abbiamo memorizzato quando eravamo nello stesso stato d’animo.

Illusione di frequenza

Hai presente quando decidi di comprare un determinato modello di auto e inizi praticamente a notarla dappertutto?

Effetto di stranezza

Quello che ci sembra più strano e bizzarro è memorizzato più facilmente.

Bias della negatività

Alla nostra mente piace di più soffermarsi sulle cose negative che su quelle positive. Ecco perché nei telegiornali ci sono più notizie di tragedie che di cose belle.

Pareidolia

È la distorsione che ci porta a vedere volti e forme note, negli oggetti, nei paesaggi, nelle nuvole

Effetto ancoraggio

La prima impressione è fondamentale. Le informazioni iniziali che riceviamo su un argomento o su una persona condiziona più di tutte le future opinioni e decisioni in merito.

Effetto di contrasto

Se mangiamo un cibo aspro dopo uno dolce, ci sembrerà più aspro di quanto non lo sia in realtà.

Effetto contesto

La stessa informazione viene recepita diversamente a seconda di come è presentata. Per questo ci appaiono diverse due situazioni, come avere il 10 per cento di probabilità che un operazione riesca e il 90 per cento che fallisca.

Bias di distinzione

Un’opzione può interessarci quando è l’unica e a non interessarci più quando se ne aggiunge una che ci sembra migliore.

Bias di conferma

Vediamo ovunque segnali che confermano ciò di cui siamo convinti, forzando l’interpretazione se necessario.

Effetto oroscopo

Descrizioni psicologiche del tuto generali ci sanno la sensazione di parlare proprio di noi.

Bias della congruenza

Piuttosto che confrontare più ipotesi, cerchiamo di confermare quella che abbiamo già a disposizione.

Razionalizzazione post-hoc

Le nostre scelte sono spesso dettate da emozioni e pulsioni irrazionali, ma abbiamo bisogno di giustificarle adducendo motivazioni razionali.

Bias di supporto alla scelta

Quando abbiamo preso una decisione, facciamo di tutto per convincerci che sia stata la scelta migliore possibile.

Percezione selettiva

Quando siamo concentrati su un compito, diventiamo ciechi a ciò che non è utile nell’immediato.

Effetto Pigmalione

I ricercatori non possono fare a meno di condizionare i risultati degli esperimenti con le proprie aspettative. Allo stesso modo gli insegnanti influenzano i risultati degli allievi.

Effetto struzzo

Preferiamo ignorare le informazioni negative e le notizie che ci disturbano.

Convalida soggettiva

Crediamo più facilmente alle cose che ci fa piacere sentire. Spesso viene messo in correlazione con la segnalazione di fenomeni paranormali.

Persistenza di credenze screditate

Difficile smettere di credere a notizie che davamo per certe, anche se ormai ampiamente smentite.

Effetto Semmelweis

Siccome non ci piace né cambiare idea, né cambiare abitudini, dubitiamo di chi ci dice che quel che facciamo è dannoso. Per questo il primo medico che suggerì l’opportunità di lavarsi le mani dopo le autopsie fu aspramente attaccato dai suoi colleghi.

Legge della gravità narrative

Le persone sono attratte dalle storie e più una storia è largamente accettata, più influenza la nostra percezione di ciò che accade.

Bias dei difetti altrui

Vediamo più facilmente i difetti degli altri che i nostri. Per questo è probabile che chi legge questo articolo pensi che i bias cognitivi non siano un suo problema.

Illusione di intuizione asimmetrica

Pensiamo di capire bene gli altri, ma che nessuno ci conosce davvero

Realismo ingenuo

Crediamo di conoscere la verità. Chi non è d’accordo con noi deve essere disinformato, irrazionale o non obiettivo.

Bucket error

A volte sopravvalutiamo la correlazione tra due fatti o caratteristiche. Così ad esempio un bambino potrebbe credere che se ha fatto un errore d’ortografia non potrà diventare uno scrittore

Fallacia aneddotica

Attribuiamo un valore generale ad un singolo fatto, anziché analizzare tutti i fatti accaduti.

Effetto IKEA

Quando facciamo qualcosa con le nostre mani, siamo pronti ad investirci molto più tempo e denaro di quello che servirebbe per acquistarlo già fatto.

Falso ricordo

Possiamo creare ricordi di eventi mai esistiti sulla base di racconti, oppure mettendo insieme frammenti di ricordo e aggiungendo i tasselli mancanti.

Questa è sono una parte dei bias individuati. Tutti noi, ogni giorno, siamo esposti a queste errate valutazioni e ora sai perché. Purtroppo è molto difficile evitarle. Prova a fare più attenzione ai tuoi pensieri e a quello che dici, individuarli è già un primo importante passo.



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