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In questo breve articolo parliamo di come è messa la psichiatria in Italia e cerchiamo di dare qualche dato numerico ufficiale, riferito all’anno 2019.

La demografia

I pazienti che si sono rivolti alle strutture psichiatriche, nel pubblico e nel privato, sono state 826 mila (mancano i dati della Provincia Autonoma di Bolzano). La regione che è in testa a questa triste classifica risulta il Molise, mentre l’Emilia Romagna si trova all’ultimo posto.

Demograficamente il sesso più rappresentato è quello femminile, al 54%, mentre come fascia di età si sale progressivamente con l’invecchiamento della popolazione. Poco numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni, mentre le fasce d’età più rappresentative sono quelle che vanno da 45-54 e 55-64 anni. Inoltre 291 mila sono state le persone che hanno usufruito per la prima volta nella loro vita di un servizio psichiatrico. Le prestazioni erogate dai Servizi Territoriali nel 2019 ammontano a circa 11 milioni.

Le patologie

A conferma dei dati che già si sono raccolti negli anni, la popolazione femminile soffre di depressione e disturbi nevrotici in numero quasi doppio rispetto a quella maschile. Il contrario, invece, per quanto riguarda patologie come: schizofrenia, disturbo della personalità e ritardo mentale.

Il consumo dei farmaci

Un capitolo a parte merita il consumo dei farmaci. In regime di assistenza convenzionata, si stima che siano state vendute solo nel 2019 un numero di confezioni di antidepressivi pari a 37 milioni, per una spesa di 383 milioni di euro. Solo il Litio registra una spesa di 3,4 milioni di euro.

Costo e strutture

A conclusione di questo viaggio nella psichiatria italiana, ci sono i costi complessivi. In riferimento all’anno 2019, il costo medio annuo per residente dell’assistenza psichiatrica, sia territoriale che ospedaliera, ammonta a 65 euro.

Le strutture di cui parliamo sono 1328 di servizi territoriali, 2223 di strutture residenziali e 872 di strutture semiresidenziali, che si riferiscono al 98% dei disturbi di salute mentale. I posti letto disponibili sono 4046. In totale in Italia, l’offerta per i posti letto in degenza ordinaria è di 9,5 ogni 100 mila abitanti maggiorenni.

Conclusioni

Facciamo ora qualche conclusione dopo aver visto i principali dati a disposizione.

Ad oggi, la rete a disposizione di chi è affetto da disturbi mentali è gestita a livello regionale da diversi Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), la cui area di competenza è la stessa delle ASL. A sua volta ogni DSM è suddiviso in Centri di Salute Mentale (CSM). Questi sono frammentati in altre strutture più capillari sul territorio.

Ci sono due problemi fondamentali: la mancanza di un sistema di monitoraggio e valutazione dei servizi e la disuguaglianza interregionale. A questo proposito le regioni italiane richiedono interventi diversificati, sebbene in generale, le carenze più ricorrenti sono quelle che riguardano l’infrastruttura: le strutture territoriali, i posti disponibili in strutture residenziali e quelle delle strutture ospedaliere, nonché il personale disponibile. In aggiunta si registrano lunghe liste di attesa e difficoltà di raggiungere anche le zone rurali. Pertanto, la forte domanda di servizi clinici viene dirottata in parte sul settore privato. In questo caso va detto che i costi delle cure sono proibitivi per una grossa fetta della popolazione che, purtroppo, deve rinunciare alle cure.

Dove intervenire dunque? Per aumentare l’efficacia degli interventi, è necessario rafforzare le reti territoriali di assistenza e migliorare il coordinamento e l’integrazione tra i vari interventi coperti dal DSM e, più in generale, delle ASL.




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